giovedì 3 luglio 2008

Il paesaggio tosco-balcanico


Tessera#3


Il Paesaggio toscano da cartolina che tutti conosciamo è sempre più balcanico.
Anche se sotto la direzione di maestranze locali, sono tantissimi i muratori albanesi e kosovari che lavorano nella ristrutturazione dei vecchi cascinali toscani. Ruderi fatiscenti divorati dalle piante selvatiche diventano veri e propri gioielli. Intere aree recuperano nuovo fascino e nuova bellezza, il costo del metro quadrato abitativo raggiunge prezzi pazzeschi, e i paesini scomodissimi e poco appetibili di un tempo diventano mete contese dai nuovi ricchi. Il paesaggio toscano va, e piace, ai turisti stranieri e anche agli italiani. Va anche il turismo del benessere, l'agriturismo, l'ecoturismo, l'enoturismo, il turismo di campagna, ma questo non succede da ieri, sia chiaro. E' un processo che anzi sta arrivando al suo culmine.

Cosa sarebbe stato del paesaggio toscano mitizzato nei film e nelle cartoline, nei resoconti dei viaggiatori nordeuropei e americani, senza l'ondata di manodopera balcanica che si è riversata in toscana agli inizi degli anni novanta, e poi assoldata dalle imprese edili locali?
Quando parliamo di paesaggio toscano, il nostro senso di identità e di appartenenza si sentono coinvolti. Dovremmo pensare che mattone dopo mattone, pietra dopo pietra, il paesaggio toscano che fa sognare i turisti e i non turisti, ha anche un'anima balcanica. Che ci piaccia o no.

3 commenti:

  1. citando volentieri proprio te, "ritorno ad un passato che non è mai esistito" e riguardo all'identità della manovalanza, come al solito tocchi un nodino importante (lo fai apposta, di la verità..)
    Ma anche Fontainebleau, simbolo del potere dei re di francia così come la Pietroburgo degli zar, l'hanno costruita gli italiani; la grande ferrovia mitica americana l'hanno costruita i cinesi e lo Zocalo a Città del Messico gli spagnoli ( a proposito dovresti cercare il mito della costruzione della cattedrale di CdM). Fortunatamente il cielo toscano e la geograifa di questa terra ultraterrena non appartengono a nessuno, se non alla Terra e ia contadini che con la pazienza di generazioni hanno modellato centimetro dopo centimetro. Se poi erano turcomanni o visigoti anche allora avevano del genio nelle mane (pratesismo).
    Cosa ne pensi invece della trasformazione del paesaggio da vissuto ad osservato? se la goduria in fondo è la medesima la fruizione è diversa.

    RispondiElimina
  2. Anonimo2.8.08

    Il passaggio culturale da Paesaggio vissuto a paesaggio osservato non credo lo si possa far risiedere unicamente nella contemporaneità o nella nostra epoa post-industriale. Il concetto stesso di "paesaggio" implica una presa di distanza dal concetto di Terra e anche di Territorio. La moda settecentesca del Grand Tour promossa dai seguaci di Goethe, tutt'oggi perpetrata sotto altri nomi ed altri codici, vedeva l'Italia come meta obbligata. Già il Magnifico nei suoi lavori di "ingegneria paesaggistica" si era prefisso lo scopo di trasformare, costruire il paesaggio secondo precisi e sofisticati canoni estetici rifacendosi a Vitruvio. E che dire di Camera con vista, romanzo dello scrittore inglese E. M. Forster diventato un film nell85, tra l'altro bello, dove la "vista" di Firenze e della campagna toscana, sessualissima, diventano i veri protagonisti. E gli impressionisti, i macchiaioli e la corsa del potere per accaparrarsi l'esclusiva veduta e rappresentazione di certi paesaggi: sto pensando ai paesaggi lunari della guerra fredda, o alle prime fotografie panoramiche di terre conquistate durante le spedizioni del cinque/seicento.
    Possiamo dire che nel concetto di paesaggio è già presente un forte connotato estetico: il pesaggio è un luogo su cui agiscono uno sguardo e una coscienza. Il caso della Toscana credo sia il più chiaro: la sempre più crescente domanda di toscanità dei turisti di oggi come dei viaggiatori di ieri ha messo in moto un meccanismo di make up continuo. La toscana si è dovuta far bella agli occhi di chi la brama. E' sempre l'occhio dell'osservatore ca promuovere le scelte paesaggistiche, soprattutto nell'epoca del turismo di massa. In qyesto vortice anche i residenti locali rimangono coinvolti ed il risultato è proprio in quel "ritorno al passato che non è mai esistito", che è molto vicino al brutto in quanto "eccesso di trucco", esagerazione nell'immaginare oggi quello che eravamo ieri. Un saluto, Paolo

    RispondiElimina
  3. Errata corridge. Le prime fotografie panoramiche ovviemente sono fra l'ottocento e novecento.

    RispondiElimina